La diagnosi di stenosi mitralica è fatta con l’ecocardiografia bidimensionale e Doppler le quali sono capaci di identificare variazioni morfologiche e flussimetriche.
L’ecocardiografia bidimensionale può essere utilizzata per definire la morfologia della valvola mitrale con la valutazione della mobilità, l’ispessimento, le calcificazioni dei lembi e la condizione dell’apparato sottovalvolare. Wilkins ha proposto un punteggio da 1 a 4 per ciascuna di queste variabili. Uno score < 8 e commissure simmetriche ed elastiche sono importanti quando si valutano i tempi e il tipo di intervento da fare come valvuloplastica percutanea o commissurotomia chirurgica. Un punteggio > 10, insufficienza mitralica superiore a lieve, calcificazioni su ambedue le commissure con notevole interessamento dell’apparato sottovalvolare, indirizzeranno alla sostituzione valvolare. La severità della stenosi può essere stimata dall’area bidimensionale o Doppler (pressure half-time, proximal isovelocity surface area, equazione di continuità) e con il gradiente medio transmitralico misurato mediante il Doppler ad onda continua. La valvuloplastica è indicata anche nei pazienti critici con elevato score se è controindicato l’intervento chirurgico.
Durante il follow-up è necessario un controllo seriato dell’area, del gradiente medio, della pressione sistolica in ventricolo destro, del difetto interatriale residuo e dell’insufficienza mitralica; la restenosi viene diagnosticata se l’area valvolare risulta < 50% rispetto a quella calcolata postvalvuloplastica o intervento chirurgico.