La scarsa capacità funzionale è un importante predittore di prognosi negativa sia nel soggetto sano che nel cardiopatico. In particolare nel paziente con scompenso cardiaco il miglioramento della capacità fisica comporta un aumento della sopravvivenza e una riduzione della morbilità e del numero dei ricoveri ospedalieri. La riduzione della capacità funzionale nel paziente anziano con scompenso cardiaco è dovuta principalmente a modificazioni strutturali della muscolatura scheletrica e ad una ridotta capacità di vasodilatazione dei vasi perimuscolari. Il training fisico è in grado di indurre una regressione di tali alterazioni, oltre ad avere un dimostrato effetto favorevole sulla funzione diastolica del ventricolo sinistro e sulle alterazioni ventilatorie. I dati sull’effetto del training fisico nel paziente anziano con scompenso cardiaco sono limitati, ma consentono di affermare che 20 min di attività fisica continuativa al 40% della capacità massima di sforzo per almeno 3 volte alla settimana producono effetti favorevoli. L’attività fisica nel paziente anziano con scompenso cardiaco è sicura, va incoraggiata e induce significativi miglioramenti della qualità di vita e della sopravvivenza.