La prevalenza delle endocarditi infettive con emocolture negative oscilla, nelle varie casistiche, tra 5 e 25%. Vi sono alcune spiegazioni di questa negatività: terapia antibiotica, spesso impropria, prima di ottenere i campioni di sangue (l’antibiotico inibisce lo sviluppo del germe, quindi la batteriemia, senza sterilizzare le vegetazioni); endocarditi da germi “fastidious”, cioè di difficile coltura e di difficile identificazione; endocarditi dovute a patogeni intracellulari obbligati (per esempio la Coxiella burnetii); endocarditi da funghi; coinvolgimento non infettivo dell’endocardio (talora con vegetazioni).
Analizziamo tre etiologie di endocarditi con emocolture negative (Coxiella burnetii, Bartonella spp e batterio della malattia di Whipple) che hanno costituito lo stimolo per un’articolazione più razionale della diagnosi, nei pazienti con sospetta endocardite, associando alle classiche emocolture anche le sierodiagnosi e la microbiologia molecolare.