Razionale. La creazione di una rete per il trattamento invasivo delle sindromi coronariche acute presenta una serie di criticità; una di queste, per i centri periferici (spoke), è costituita dal trasferimento dei pazienti con sindrome coronarica acuta o subacuta verso i centri dotati di emodinamica (hub). Il nostro studio ha voluto indagare le modalità e gli eventi avversi in questa tipologia di trasporti.
Materiali e metodi. Abbiamo analizzato i dati relativi a un periodo di 2 anni utilizzando le cartelle cliniche ed i report dei trasporti.
Risultati. In questo periodo sono stati trasferiti dal nostro reparto 531 pazienti di età compresa tra 30 e 91 anni; per 495 di essi erano disponibili i dati clinici completi (93%). I pazienti con diagnosi di infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI) < 24 h erano 42; STEMI > 24 h 115; infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI) < 24 h 33; NSTEMI > 24 h 156; angina instabile 122; altra patologia 27; 157 di essi avevano avuto angina nelle ultime 24 h; 24 presentavano segni di instabilità emodinamica; 18 instabilità elettrica, per complessivi 166 pazienti “instabili”; 294 pazienti (59%) sono stati trasportati con un’ambulanza attrezzata accompagnati dal cardiologo e dall’infermiere professionale. Si sono osservati tre eventi avversi (< 1%), ma nessun decesso: un arresto cardiorespiratorio, un edema polmonare acuto e una recidiva infartuale. Tutti i 3 pazienti presentavano segni di instabilità clinica ed emodinamica alla partenza.
Conclusioni. Il trasporto di pazienti con sindrome coronarica acuta che necessitano di indagine coronarografica da centri periferici a ospedali con emodinamica è fattibile e sicuro, con una scarsa incidenza di eventi avversi, correlati a instabilità clinica ed emodinamica preesistenti.