Background. Negli ultimi decenni è stato osservato un cambiamento nelle abitudini dell’attività fisica svolta dagli italiani. Obiettivo dell’analisi è quello di valutare la modificazione del livello di attività fisica lavorativa e nel tempo libero, la sua associazione con i fattori di rischio cardiovascolare e la variazione del profilo di rischio cardiovascolare nella popolazione italiana a 20 anni di distanza.
Materiali e metodi. In due popolazioni di età 35-69 anni (MATISS 1984-87: 2041 uomini, 2424 donne; OEC 1998-2002: 4214 uomini, 4206 donne) sono stati confrontati i livelli di attività fisica lavorativa (AFL-sedentaria, AFL-moderata, AFL-pesante) e di attività fisica nel tempo libero (AFTL-inattività, AFTL- moderata, AFTL-elevata) nei due generi. L’associazione tra attività fisica e condizioni di rischio cardiovascolare è stata stimata nei due campioni attraverso modelli di regressione logistica aggiustati per età, livello di istruzione e altri possibili confondenti separatamente per uomini e donne. È stato valutato nei due periodi e nei diversi livelli di attività fisica il rischio cardiovascolare a 10 anni attraverso l’applicazione della funzione di rischio del Progetto CUORE.
Risultati. Dal confronto dei due studi risulta aumentata in modo significativo la prevalenza di AFL-sedentaria, mentre è diminuita la prevalenza di AFTL-inattività. All’aumentare dell’AFTL diminuisce la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e la glicemia mentre aumenta la colesterolemia legata alle proteine ad alta densità con un effetto favorevole verso l’obesità, l’abitudine al fumo e il rischio cardiovascolare.
Conclusioni. Negli ultimi 20 anni l’attività fisica sembra essersi modificata: maggiore importanza ha assunto nei due generi l’AFTL, mentre l’AFL è diminuita. Le persone più attive hanno livelli migliori della maggior parte dei fattori di rischio cardiovascolare. Sono necessarie politiche sociali per aumentare il livello di attività fisica nella popolazione.