A circa 10 anni dalla prima pubblicazione degli studi sulle statine nella sindrome coronarica acuta (SCA) possiamo così sintetizzarne lo stato dell’arte: 1) la somministrazione di statine nei primi giorni dopo una SCA riduce gli eventi coronarici nel follow-up a medio-lungo termine; 2) una strategia “intensiva”, basata sull’utilizzo di statine potenti ad alto dosaggio, che ha permesso di raggiungere valori di LDL <70 mg/dl si è dimostrata più efficace sulla prognosi, con risultati che diventano visibili dopo 4-6 mesi, a prezzo di una percentuale non irrilevante di effetti collaterali e di sospensione dei farmaci; 3) accanto al paradigma the lower the better, deve essere tenuto in gran conto il tema della “sostenibilità” della terapia a medio-lungo termine, con l’adozione di strategie che vadano in questa direzione; 4) infine, sarebbe auspicabile uno studio sulle statine nella SCA che sia target-oriented per valutare quali siano i valori di LDL da raggiungere/mantenere per avere il massimo beneficio prognostico.