Nel percorso diagnostico del paziente con palpitazioni risulta fondamentale la raccolta dell’anamnesi, un attento esame obiettivo e l’esecuzione dell’ECG a 12 derivazioni. Questa valutazione iniziale, in una buona percentuale dei casi, è sufficiente a fornire una discreta stratificazione prognostica del paziente ed una diagnosi definitiva o probabile della causa dei sintomi. Quando la valutazione iniziale risulta negativa (cosa più frequente nelle palpitazioni parossistiche di breve durata) ed il paziente è portatore di una cardiopatia, oppure quando i sintomi sono frequenti, vi sia scadimento della qualità di vita, o vi sia un’elevata probabilità di un’origine aritmica delle palpitazioni, devono essere considerati gli esami di secondo livello, cioè il monitoraggio elettrocardiografico prolungato ambulatoriale e/o lo studio elettrofisiologico.