Razionale. I nuovi indirizzi gestionali del paziente con scompenso cardiaco cronico si rivolgono ad un percorso diagnosticoterapeutico incentrato sul principio della rete integrata per un’ottimizzazione delle risorse tra ospedale e territorio.
Materiali e metodi. In quest’ottica è stato sviluppato un progetto pilota di fattibilità che ha coinvolto pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico per i quali è stato attivato un programma di visite specialistiche cardiologiche domiciliari, comprensive di ECG ed ecocardiogramma, su specifica e motivata richiesta del medico di medicina generale.
Risultati. Sono stati valutati in termini: di fattibilità, giudicata soddisfacente nella collaborazione tra le due figure professionali del medico di medicina generale e dello specialista cardiologo grazie anche all’utilizzo di un database informatico specifico condiviso; di appropriatezza, in quanto la maggior parte delle visite cardiologiche domiciliari (80/96, 85%) è risultata giustificata per la conferma dell’inquadramento clinico del medico di medicina generale. I risultati riportati sono preliminari e si sottolineano le caratteristiche epidemiologiche di una popolazione (età media 82 anni, 60% femmine; ipertensione arteriosa nel 46%, diabete mellito nel 27%) con infrequenti accessi agli ambulatori cardiologici specialistici.
Conclusioni. Questa esperienza preliminare si è dimostrata proponibile in termini di fattibilità, ha migliorato la comunicazione per un’efficace integrazione assistenziale tra specialista cardiologo e medico di medicina generale e ha permesso di verificare un elevato livello di appropriatezza diagnostica di questi.