Oltre un miliardo di persone nel mondo hanno una carenza di vitamina D. L’impatto clinico della carenza di vitamina D è molto elevato se si considera il ruolo che questa condizione ha nel determinare alcune patologie ortopediche, reumatiche, autoimmuni, neurologiche e tumorali che possono produrre gravi quadri di disabilità. La carenza di vitamina D è largamente sottodiagnosticata, in particolare in ambito cardiologico. Diverse patologie cardiache (ipertensione arteriosa, ischemia miocardica, cardiomiopatia diabetica, scompenso cardiaco) possono avere come fattore eziologico l’ipovitaminosi D. La vitamina D stimola la produzione di proteine contrattili ed attiva importanti meccanismi intracellulari che gestiscono il metabolismo del calcio e la produzione di energia. Queste funzioni possono essere alterate in presenza di carenza di vitamina D.
Lo scopo di questo articolo è quello di descrivere le relazioni esistenti tra la carenza di vitamina D, le variazioni clinicamente silenti della geometria e funzione ventricolare sinistra e la sindrome dello scompenso cardiaco attraverso una rivisitazione dei processi metabolici in cui la vitamina D è coinvolta nell’organismo umano. L’analisi dei dati disponibili in letteratura porta a formulare alcune domande le cui risposte, oggi non disponibili, potranno essere fornite da studi scientifici progettati allo scopo di valutare gli effetti di un trattamento della carenza di vitamina D sulla funzione cardiaca.