La menopausa è un fattore di rischio
per la cardiopatia ischemica?

Chiara Leuzzi, Raffaella Marzullo, Maria Grazia Modena
Cattedra di Cardiologia, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Modena
Cardiovascular diseases (CVD) are the leading cause of morbidity and mortality in men and women worldwide. The apparent cardioprotective effects of endogenous estrogens seem to prevent CVD in premenopausal women. Following menopause and loss of hormonal effects, gender-based differences in CVD are reduced, with the CVD risk being higher in women who develop the metabolic syndrome. In postmenopausal women, many features of the metabolic syndrome emerge with estrogen deficiency.
Estrogen deficiency occurring in the menopausal period is associated with 1) dyslipidemia (hypertriglyceridemia, reduced HDL, and increased small dense LDL particles); 2) insulin resistance; 3) hypertension; 4) increased central fat and reduction in lean body mass; and 5) increased hypercoagulability and pro-inflammatory state. In addition to traditional cardiovascular risk factors, also early menopause has a negative impact on females.
Over the past years, different approaches were found to improve quality of life and cardiovascular health in menopausal women. Since the concept of hormone replacement therapy (HRT), large observational studies and randomized clinical trials have amassed a wealth of data about the effects of menopause and the safety and efficacy of using estrogen replacement therapies to treat menopause symptoms and menopause-related diseases.
While there is no question that HRT effectively mitigates troublesome menopause symptoms, conflicting evidence about other effects of HRT has fueled controversy concerning its relative benefits and risks. Moreover, it seems that CVD protection mediated by replacement therapy is maximum when treatment is initiated in the absence of signs of atherosclerosis (typically in the premenopausal period), whereas it vanishes as atherosclerosis progresses (postmenopausal period). However, many questions remain unsolved regarding the effectiveness of hormonal compounds, doses, regimens, and route of administration. On the basis of these considerations, it is necessary in the near future to expand scientific knowledge and develop appropriate lifestyle modifications and therapeutic strategies for the treatment of either traditional cardiovascular risk factors or menopause-related metabolic changes.
Key words. Hormonal replacement therapy; Menopause; Metabolic syndrome; Risk factors.

RIASSUNTO
Le malattie cardiovascolari (MCV) sono la principale causa di mortalità e morbilità in entrambi i sessi. L’effetto cardioprotettivo degli estrogeni endogeni conferisce alle donne un vantaggio temporale rispetto agli uomini, facendo sì che la malattia coronarica su base aterosclerotica si verifichi, nella quasi totalità dei casi, dopo la menopausa. Al sopraggiungere di quest’ultima e dei cambiamenti fisiologici, soprattutto ormonali, e psicologici ad essa associati, l’incidenza di MCV nelle donne aumenta notevolmente con un maggior rischio per le pazienti affette da sindrome metabolica. Sindrome metabolica e menopausa condividono infatti numerosi aspetti fisiopatologici.
È noto che il calo estrogenico che fa seguito alla menopausa produce: 1) un aumento del colesterolo totale con riduzione della frazione HDL ed aumento della frazione LDL; 2) una ridotta sensibilità all’insulina, che a sua volta determina un maggior rischio di sviluppare diabete mellito; 3) ipertensione arteriosa; 4) un aumento significativo del peso corporeo con ridistribuzione secondo un modello androide; e 5) un aumento dello stato pro-infiammatorio con tendenza all’ipercoagulabilità ematica. Accanto all’aumentato rischio conferito quindi dai fattori di rischio cardiovascolare tradizionali, la menopausa, specie se ad insorgenza precoce, si configura come un immodificabile fattore di rischio genere-specifico nel sesso femminile.
Considerato il ruolo centrale della carenza estrogenica nel determinare le modificazioni di carattere metabolico osservate nella menopausa, nel corso degli ultimi anni sono stati effettuati numerosi tentativi per “prevenire gli effetti avversi” di questo ineluttabile passaggio ormonale e, nello specifico, diversi studi hanno valutato l’impatto della terapia ormonale sostitutiva sui fattori di rischio e quindi sulla modificazione del profilo cardiovascolare.
Mentre non vi è alcun dubbio sull’efficacia della terapia ormonale sostitutiva nel controllo della sintomatologia menopausale, dati contrastanti derivano dall’utilizzo della stessa nella prevenzione primaria e secondaria delle MCV, la maggior parte dei quali potrebbero essere reinterpretati alla luce del ritardo nell’assunzione della terapia sostitutiva rispetto all’insorgenza della menopausa stessa. La protezione da MCV è infatti elevata solo quando la terapia sostitutiva viene iniziata in assenza di segni di aterosclerosi (tipicamente in fase premenopausale). Rimangono inoltre oggetto di ricerca le combinazioni ormonali utilizzabili, in termini di dosi, regimi e vie di somministrazione. Obiettivo della comunità scientifica nei prossimi anni sarà quindi quello di ampliare le conoscenze scientifiche a tal riguardo e di sviluppare strategie di modifica dello stile di vita e terapeutiche non solo per il trattamento dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, ma anche per intervenire sui mutamenti metabolici legati alla menopausa.
Parole chiave. Fattori di rischio; Menopausa; Sindrome metabolica; Terapia ormonale sostitutiva.