Il cuore è uno dei principali bersagli dell’ipertensione arteriosa a cui questo organo risponde con lo sviluppo dell’ipertrofia ventricolare sinistra. Questa modifica strutturale, assai frequente già nelle fasi iniziali e più lievi della malattia ipertensiva, risulta da una complessa interazione tra fattori emodinamici ed umorali e, pur rappresentando un meccanismo di compenso atto a mantenere la gettata cardiaca a fronte delle elevate resistenze periferiche, espone nel tempo il paziente ad un rischio aggiuntivo di ischemia, aritmie ed insufficienza miocardica. Tuttavia questa progressione verso le forme clinicamente manifeste della cardiopatia ipertensiva è oggi suscettibile di arresto grazie all’efficacia dei farmaci antipertensivi e in particolare di quelli che antagonizzano l’attività del sistema renina-angiotensina.