Le aritmie ventricolari associate alla cardiopatia ischemica rivestono un ruolo di primo piano nella genesi della morte improvvisa, sia nel corso delle sindromi coronariche acute sia nell’ambito della cardiopatia ischemica cronica postinfartuale. L’eziopatogenesi dell’insorgenza delle aritmie ventricolari dipende dalla distanza - in ore - dall’occlusione acuta della coronaria. Nella fase acutissima dell’ischemia le aritmie ventricolari sono dovute a molteplici e piccoli circuiti di rientro; da 4 a 8 ore dopo l’occlusione coronarica è l’esaltato automatismo, assieme alla triggered activity, ad avere un ruolo di primo piano. Successivamente riprendono un ruolo di primo piano i circuiti di rientro e permangono nel tempo in qualità di principali responsabili delle aritmie nel postinfarto. Inoltre, con un differente peso a seconda che ci si trovi o meno in prossimità dell’ischemia acuta ed a seconda della presenza di insufficienza ventricolare sinistra, giocano un ruolo fondamentale le variazioni del tono neurovegetativo ed altri fattori favorenti (diselettrolitemia e farmaci).