Nei pazienti con cardiopatia ischemica nota, la comparsa di aritmie ventricolari sostenute può condizionare negativamente la prognosi, a causa di un incrementato rischio di morte improvvisa. Le strategie terapeutiche principali in questo gruppo di pazienti includono l’impianto di un cardiovertitore-defibrillatore automatico (ICD) e la somministrazione di farmaci antiaritmici in presenza di una funzione contrattile conservata. Nei pazienti in cui il riscaldamento aritmico è sostenuto da ischemia miocardica, la sola correzione del substrato ischemico può risolvere il problema aritmico.
Vengono descritti i casi di 2 pazienti già portatori di ICD, nei quali un intervento di rivascolarizzazione miocardica ha consentito la risoluzione di un drammatico quadro clinico.
Il primo paziente, portatore di pregresso infarto miocardico e frazione di eiezione 30%, è giunto alla nostra osservazione in seguito ad un severo riscaldamento aritmico (70 attivazioni del device su tachicardie ventricolari in 24 ore). Il paziente è stato sottoposto ad un triplice bypass aortocoronarico e durante i successivi 34 mesi di follow-up sono stati documentati solo sporadici interventi dell’ICD. Il secondo paziente, con pregresso infarto miocardico e due pregressi interventi di bypass aortocoronarico, è stato rivalutato per un improvviso riscaldamento aritmico; sottoposto ad angioplastica percutanea su una stenosi di un graft venoso, non sono state osservate riaccensioni aritmiche durante il successivo follow-up.
Nonostante l’esiguo numero dei casi presentati, di fronte ad una riaccensione aritmica in presenza di una coronaropatia è indispensabile una completa rivalutazione del substrato ischemico mediante test di immagine e/o valutazione angiografica, in quanto la correzione dell’ischemia miocardica può risolvere o quanto meno stabilizzare un drammatico problema clinico quale il riscaldamento aritmico.