La rottura di cuore da trauma non penetrante è quasi sempre mortale. Nella minoranza dei pazienti che sopravvivono fino a giungere in ospedale porre una diagnosi rapida richiede un’elevata competenza. Presentiamo il caso di una donna di 24 anni giunta incosciente e in stato di shock in Pronto Soccorso dopo trauma stradale strettamente limitato al dorso. Valutata dal rianimatore e dal chirurgo, non essendo state rilevate cause di shock emorragico dopo una serie di esami strumentali, veniva sottoposta al cardiologo per il riscontro di versamento pericardico alla tomografia computerizzata del torace. L’eco bidimensionale dimostrava la presenza di versamento pericardico ematico, verosimilmente secondario a rottura di cuore, non essendo state rilevate alla tomografia computerizzata rotture dei grandi vasi toracici e la paziente veniva immediatamente trasportata presso la Cardiochirurgia di riferimento. All’apertura del mediastino si evidenziava voluminoso emopericardio; venivano quindi rilevate due lacerazioni: la prima pericardica, a livello della vena cava inferiore, e la seconda a livello dell’impianto dell’auricola sinistra, posteriormente. È possibile inoltre che la sopravvivenza della paziente fino all’arrivo in sala operatoria possa parzialmente essere dipesa dalla presenza dell’associata lacerazione pericardica nonché dalla formazione di coaguli. Dopo l’intervento, effettuato con necessità di bypass cardiopolmonare, la paziente riprendeva una normale emodinamica e la guarigione era completa. Questo particolare caso conferma da un lato la possibilità di una rottura di camera cardiaca dopo trauma non penetrante del dorso anche in assenza di lesioni toraciche importanti ed “evidenti”, dall’altro mostra come la presentazione clinica possa essere assai insidiosa non verificandosi sempre il quadro di tamponamento cardiaco classico. In sede di Pronto Soccorso la pericardiocentesi andrebbe eseguita solo con una sala cardiochirurgica immediatamente disponibile o come extrema ratio in presenza di irreversibile deterioramento emodinamico. In presenza di shock dopo trauma non penetrante sovradiaframmatico andrebbe sempre eseguita l’ecocardiografia.