Razionale. L’incremento dell’età media ha reso candidabili alla rivascolarizzazione miocardica pazienti sempre più anziani. Scopo di questo studio è la valutazione dei risultati in termini di mortalità e complicanze maggiori in due gruppi di pazienti di età ≤70 o > 70 anni completata da un’analisi statistica multivariata che considera anche alcuni fattori di rischio aggiuntivi.
Materiali e metodi. Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2002, 228 pazienti di età ≤70 anni (gruppo A) e 116 di età > 70 anni (gruppo B) sono stati sottoposti a rivascolarizzazione miocardica isolata. Abbiamo esaminato la mortalità a 30 giorni nonché l’incidenza di bassa gittata, sanguinamento postoperatorio, aritmie maggiori, fibrillazione atriale, insufficienza renale, insufficienza respiratoria, stroke, attacco ischemico transitorio, complicanze neurologiche totali, infezioni sternali e la presenza di almeno una delle complicanze suddette. I due gruppi sono stati comparati con analisi univariata mentre con analisi multivariata è stata valutata la significatività di alcuni fattori prognostici quali sesso, diabete, frazione di eiezione < 0.40 e utilizzo della tecnica chirurgica a cuore battente.
Risultati. La mortalità è risultata significativamente maggiore nel gruppo B (7.8 vs 1.7%, p < 0.05). Per quanto concerne le singole complicanze il fattore età non ha raggiunto significatività statistica per incidenza di bassa gittata, sebbene questa è risultata superiore nel gruppo B. All’analisi multivariata la frazione di eiezione ridotta si è confermata l’unico fattore predittivo indipendente per tale complicanza (p < 0.05). Significativamente più elevata è risultata nel gruppo anziani l’incidenza di fibrillazione atriale (p = 0.001). Nessuna differenza significativa è emersa per le altre complicanze esaminate. L’età, nonché la frazione di eiezione ridotta e l’utilizzo della circolazione extracorporea rappresentano, all’analisi multivariata, fattori statisticamente significativi per incidenza di almeno un evento postoperatorio.
Conclusioni. La chirurgia coronarica nei pazienti di età > 70 anni presenta mortalità e morbilità maggiore. All’analisi multivariata la bassa frazione di eiezione si conferma come variabile indipendente significativa per incidenza di bassa gittata e morbilità globale. Parallelamente emerge con effetto protettivo, l’utilizzo della tecnica di rivascolarizzazione miocardica a cuore battente che probabilmente dovrebbe essere estesa specialmente in questo gruppo di pazienti.