Numerosi studi hanno dimostrato che l’infezione da Chlamydia pneumoniae può contribuire all’aterosclerosi e alle patologie che ne conseguono. La presente rassegna fa il punto sulle evidenze sperimentali che legano la Chlamydia pneumoniae a queste patologie.
Tali evidenze sperimentali si basano su: 1) studi di sieroprevalenza in soggetti con aterosclerosi e malattie coronariche; 2) dimostrazione di Chlamydia pneumoniae o di suoi componenti (antigeni, DNA) nelle lesioni aterosclerotiche; 3) studi in modelli sperimentali animali; 4) protezione delle complicanze dell’aterosclerosi associate a Chlamydia pneumoniae con terapia antimicrobica con macrolidi.