Nel definire i criteri di selezione dei pazienti anziani da avviare ad un programma chirurgico per scompenso cardiaco è fondamentale da un lato quantificare l’impatto dell’età e della disfunzione ventricolare sinistra sull’outcome, dall’altro verificare quali siano i benefici del trattamento. Il calcolo del rischio e del relativo peso dei singoli fattori è agevolato dallo sviluppo di avanzati sistemi di stratificazione del rischio. L’età risulta un importante determinante di mortalità ma la modalità lineare di crescita del rischio non consente la definizione di “soglie di inoperabilità”. Al pari dell’età anche la disfunzione ventricolare sinistra è un fattore di rischio indipendente di mortalità ma non rappresenta mai, anche se di notevole gravità, una controindicazione assoluta all’intervento. La selezione si basa pertanto sulla valutazione del rischio globale confrontandolo con i benefici del trattamento. Tale valutazione deve essere particolarmente accurata nei pazienti anziani candidati alla chirurgia mitralica: questa comporta risultati immediati e a distanza meno favorevoli rispetto alla chirurgia coronarica e valvolare aortica. Sebbene sussistano scarse evidenze che il trattamento chirurgico comporti un incremento significativo della sopravvivenza nell’anziano, i considerevoli miglioramenti della qualità di vita giustificano il ricorso alla chirurgia qualora il rischio non risulti proibitivo.