Il “ballooning” transitorio dell’apice del ventricolo sinistro, rara forma di cardiomiopatia la cui massima incidenza apparirebbe essere nella popolazione giapponese, viene anche definita “tako-tsubo-like syndrome” perché le alterazioni cinetiche acute del ventricolo sinistro gli conferiscono, alla ventricolografia, una forma simile al cestello (tako-tsubo) usato un tempo dai pescatori di polpi nel mare giapponese. Viene descritto il caso di un soggetto lombardo di 78 anni, senza fattori di rischio coronarico né precedenti cardiovascolari, che ha presentato un quadro clinico ed elettrocardiografico interpretato come da sindrome coronarica acuta con conseguente temporanea disfunzione del ventricolo sinistro, in seguito ad un intenso stress psico-fisico (caduta, da rilevante altezza, nelle acque di un grande lago lombardo). Il quadro angiografico coronarico è risultato caratterizzato da dilatazione palloniforme dell’apice del ventricolo sinistro senza alterazioni stenosanti dei principali rami coronarici epicardici. L’evoluzione elettrocardiografica, il modesto movimento enzimatico, il recupero della funzione contrattile e la pressoché totale scomparsa delle alterazioni della cinetica ventricolare dopo 1 mese sono elementi tipici di questa cardiomiopatia giapponese. La combinazione di stress psico-fisico improvviso e la brusca immersione nella fredda acqua lacustre possono avere determinato una violenta increzione catecolaminica con conseguente effetto tossico diretto miocardico. Il fatto che il possibile evento scatenante di questa peculiare cardiomiopatia, rappresentata da un attrezzo (tako-tsubo) usato nella pesca nel mare giapponese, sia un incidente accaduto nelle acque dolci di un grande lago lombardo appare quanto meno curioso.