L’ipotensione ortostatica è una condizione di frequente riscontro nella popolazione anziana e potenzialmente invalidante perché causa di sincope. I pazienti affetti da insufficienza autonomica primitiva di tipo postgangliare sono caratterizzati da ipotensione ortostatica in quanto è presente un deficit del tono simpatico sia di base che durante la stazione eretta. La terapia è sintomatica ed è basata su farmaci in grado di aumentare la pressione arteriosa. I pazienti affetti da insufficienza autonomica primitiva sono caratterizzati, talvolta, da un aumento dei valori pressori in clinostatismo, spesso associati alla terapia con farmaci vasopressori. A tale proposito abbiamo studiato 3 pazienti affetti da insufficienza autonomica primitiva di tipo postgangliare, caratterizzati sia da episodi sincopali recidivanti associati ad ipotensione ortostatica, che da ipertensione clinostatica. Segni di danno d’organo da malattia ipertensiva erano presenti in tutti i pazienti. Due pazienti, posti in terapia con midodrina e calcioantagonisti diidropiridinici a breve durata d’azione, non hanno più accusato né episodi sincopali né eventi cardiovascolari. Il terzo paziente, posto in terapia con fluoridrocortisone, ha accusato un attacco ischemico transitorio ed è, quindi, stato necessario ridurre la dose di fluoridrocortisone ed aggiungere nitroderivato per via transdermica durante le ore notturne. Nei pazienti affetti da insufficienza autonomica primitiva, in cui è presente ipertensione clinostatica, dovrebbe essere posta molta cautela nell’uso di fluoridrocortisone. L’approccio terapeutico più adeguato potrebbe consistere nella somministrazione di farmaci vasopressori durante le ore diurne e di antipertensivi a breve durata d’azione in quelle notturne per ridurre il danno d’organo da malattia ipertensiva.