Sull’esperienza anglosassone si stanno diffondendo anche nel nostro paese i defibrillatori semiautomatici (DAE), apparecchi in grado di riconoscere autonomamente un ritmo defibrillabile e di erogare la scarica salvavita. L’estrema semplicità del loro funzionamento e l’elevata sensibilità e specificità diagnostica ne consentono l’utilizzo anche da parte di personale non medico (infermieri professionali) e, più estensivamente, da parte di “first responders” non sanitari (volontari del soccorso, forze dell’ordine, vigili del fuoco, ecc.), opportunamente addestrati. In tal senso depongono la legge n. 120/2001, promulgata nell’interesse della collettività e le successive disposizioni della conferenza Stato-Regioni, tenutasi nel 2003.
La sicurezza di impiego del DAE ne consente l’uso anche da parte di comuni cittadini non addestrati, senza obblighi specifici, che si trovassero casualmente in una condizione di emergenza.
Per il personale medico e paramedico e per i “first responders” non sanitari, addestrati all’uso dell’apparecchiatura, vige, invece, l’assoluta obbligatorietà dell’utilizzo del DAE, pena la perseguibilità per i reati di rifiuto d’atti di ufficio; omissione di soccorso, omicidio colposo.