Razionale. Scopo dello studio è stato verificare l’incidenza degli eventi cardiologici a distanza in pazienti sottoposti ad endoarteriectomia carotidea (CEA), asintomatici per cardiopatia ischemica al momento dell’intervento.
Materiali e metodi. Nell’arco di 11 anni, 162 pazienti (122 maschi, 40 femmine, età media 68 ± 12 anni), asintomatici per cardiopatia ischemica e/o con valutazione cardiologica negativa, sono stati sottoposti a CEA per stenosi carotidea sintomatica o subostruttiva (≥70%). Il follow-up clinico è stato condotto su un campione di 151 pazienti (93%), al fine di individuare l’incidenza di eventi cardiologici, neurologici e le eventuali cause di decesso. I risultati del gruppo di studio sono stati confrontati con quelli al follow-up di 147 pazienti (133 maschi, 14 femmine, età media 69 ± 15 anni) affetti da cardiopatia ischemica e pertanto sottoposti ad intervento combinato di CEA + bypass aortocoronarico (CABG).
Risultati. Nel gruppo di studio a 9 anni la sopravvivenza era del 77 ± 4.8%, la libertà da mortalità cardiaca dell’86 ± 4.4% e quella da eventi neurologici dell’87.3 ± 4.5%. Tali risultati erano sovrapponibili con quelli del gruppo CEA + CABG in termini di libertà da eventi neurologici (86.4 ± 5.6%, p = NS). Nel gruppo di studio l’incidenza di eventi cardiaci e quella di decesso per cause cardiache (infarto miocardico, morte improvvisa, scompenso cardiaco) era maggiore rispetto al gruppo CEA + CABG (rispettivamente 13.2 vs 6.8%, p = 0.0424, e 7.9 vs 3.4%, p = 0.0446).
Conclusioni. Nei pazienti sottoposti a CEA, anche se al momento dell’intervento non erano presenti sintomi di una coronaropatia, la possibilità che quest’ultima si manifesti nel corso del follow-up è tutt’altro che relativa: la frequenza di eventi cardiaci a distanza risulta maggiore rispetto ai pazienti in cui la coronaropatia era stata corretta. Questi dati suggeriscono l’opportunità di un follow-up cardiologico sistematico nei pazienti sottoposti a CEA, pur asintomatici clinicamente al momento della procedura chirurgica.