La riabitazione per via chirurgica e/o endovascolare è considerata la scelta di elezione nel trattamento dei pazienti con ischemia critica degli arti inferiori (ICAI). I prostanoidi (iloprost e prostaglandina [PGE1]) costituiscono il trattamento farmacologico attuale di ICAI nell’immediato o in assoluto, non rivascolarizzabile.
Iloprost, analogo della prostaciclina, ha mostrato, entro 6 mesi dalla terapia di ICAI, diabetica e non, con prostanoidi, risultati nettamente più favorevoli di PGE1, sia nell’incremento di salvataggio dell’arto ischemico sia nella riduzione di morte cardiovascolare.
La nostra esperienza evidenzia che un primo ciclo di terapia con iloprost, della durata di 2-3 settimane, nei soggetti ICAI precocemente responder (R), è solitamente in grado, di stabilizzare l’arteriopatia, facendola regredire allo stadio II di Fontaine. Nei pazienti non responder (NR), ma comunque non destinati ad una precoce amputazione, un secondo ciclo di terapia con iloprost, effettuato entro pochi mesi dal primo, spesso permette di incrementare sensibilmente la percentuale complessiva di R (in questo caso late responder [LR]) al trattamento con iloprost.
La ripetizione ciclica, almeno 1 volta all’anno, di trattamenti aggiuntivi con iloprost, nei pazienti R e LR permette la conservazione di arto integro per periodi di tempo teoricamente illimitati, in assenza di ulteriori complicanze macroangiopatiche. Viceversa, i soggetti NR a cicli ripetuti di prostanoidi saranno indirizzati rapidamente a ulteriori tentativi di salvataggio non farmacologico di arto, effettuati mediante eventuale re-timing chirurgico o metodiche alternative (elettrostimolazione midollare cronica), terapia genica o staminale.
Il monitoraggio transcutaneo di ossigeno e anidride carbonica permette di selezionare precocemente i pazienti R e/o LR, consentendo di scegliere, nel follow-up successivo, i periodi più adatti per l’effettuazione di ulteriori cicli annuali di terapia con iloprost e viceversa, indirizza, più rapidamente, i NR a pratiche di riabitazione vascolare e/o alternative che permettano l’eventuale salvataggio dell’arto.