L’insufficienza cardiaca è attualmente una delle principali cause di ospedalizzazione e di morte nei paesi industrializzati. È noto che il trapianto cardiaco viene oggi considerato il gold standard per il trattamento dell’insufficienza cardiaca terminale. La percentuale di malati che possono beneficiare del trapianto cardiaco è limitato. La necessità di avere a disposizione delle alternative al trapianto e l’esigenza di supportare i pazienti con progressivo deterioramento clinico o i pazienti che, dopo intervento cardiochirurgico, non riprendono un’adeguata funzione contrattile, ha stimolato da molti anni la ricerca di supporti meccanici al circolo; supporti che possono assistere solo in ventricolo sinistro ed entrambi, che possono essere a posizionamento extracorporeo o totalmente impiantabili, e possono essere a flusso pulsatile o continuo.
Nonostante il successo dei sistemi di assistenza ventricolare e la loro crescente affidabilità negli ultimi 10 anni, rimangono tuttora aperti alcuni problemi tecnologici che hanno una conseguente ripercussione clinica. La miniaturizzazione dei componenti, le fonti di energia, la completa impiantabilità, la biocompatibilità e la durata nel tempo delle pompe sono continuo oggetto di ricerca.