La nascita delle unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC) ha evidenziato come una gestione specializzata dei pazienti con infarto miocardico acuto determinasse una sensibile riduzione degli eventi rispetto al trattamento in ambiente medico. Tuttavia, negli ultimi decenni le UTIC sono ulteriormente cambiate e hanno visto il definitivo affermarsi della riperfusione nell’infarto miocardico acuto e della rivascolarizzazione precoce nelle sindromi coronariche acute. Queste nuove strategie hanno profondamente ridotto la mortalità, le complicanze e la degenza dei pazienti ricoverati. In secondo luogo sono state introdotte nuove tecniche (ventilazione, ultrafiltrazione, ecc.) estremamente efficaci per il trattamento dello scompenso cardiaco refrattario e di altre forme di cardiopatia acuta. Contemporaneamente anche le caratteristiche dei pazienti ricoverati sono mutale. Oggi non solo gli infartuati, ma anche i soggetti con scompenso refrattario, aritmie maggiori, patologie aortiche acute od embolie polmonari massive sono ricoverati in UTIC. A questo si aggiunga l’età più avanzata e il crescente numero di comorbilità associate. Infine, oggi l’UTIC assume un ruolo organizzativo cruciale. Infatti la nascita delle reti interospedaliere per le sindromi coronariche acute e le emergenze cardiovascolari ha reso l’UTIC uno “snodo decisionale e logistico” chiave all’interno del quale viene gestito il percorso del paziente cardiopatico acuto.
Tutto questo determina un netto cambiamento dell’attività e delle competenze dei cardiologi che operano nelle UTIC e di queste stesse strutture. Lo scopo di questa rassegna è quello di analizzare questi nuovi ruoli e focalizzare le competenze cliniche necessarie al cardiologo dell’UTIC per poter operare al meglio nella salvaguardia della salute dei pazienti. Esse spaziano trasversalmente da ambiti strettamente tecnici a quelli più spiccatamente organizzativi, senza dimenticare la dimensione umana del lavoro del medico. In questo scenario, dove si evidenzia la necessità di nuovi standard formativi, diventa fondamentale il ruolo delle Società Scientifiche quali attori principali nel promuovere campagne di formazione di ampio respiro che possono incrementare su tutto il territorio nazionale le competenze necessarie ai cardiologi impegnati in UTIC.