Razionale. Il ritorno alle abitudini quotidiane dopo intervento cardiochirurgico e relativo periodo di riabilitazione cardiologica rimane spesso difficile. Tra le attività giornaliere, la guida dell’automobile desta particolari ansie e preoccupazioni, sia ai pazienti sia ai loro familiari. Con il presente studio abbiamo voluto verificare il comportamento dei pazienti sottoposti a recente intervento cardiochirurgico nella ripresa della guida dell’automobile dopo il periodo di convalescenza consigliato, considerato che non esistono linee guida in materia.
Materiali e metodi. Sono stati valutati 74 pazienti consecutivi (72% uomini e 28% donne), guidatori abituali di automobile, a distanza di 60 giorni dalla dimissione. Tutti erano stati precedentemente ricoverati presso il nostro Centro per essere sottoposti a riabilitazione dopo intervento cardiochirurgico, seguendo, oltre al programma di training fisico, anche incontri di educazione sanitaria per la prevenzione secondaria. Nessun paziente aveva presentato problemi di consolidamento della ferita sternale, durante il ricovero. Abbiamo sottoposto loro un questionario, composto di cinque domande, riguardante l’eventuale presenza di disturbi o paura durante la guida della propria vettura.
Risultati. Dalle risposte fornite è emerso quanto segue: il 36% dei pazienti non ha ripreso a guidare per paura propria e/o dei familiari, con una netta prevalenza delle donne rispetto agli uomini; il 64% ha ripreso a guidare, ma il 39% dichiara di avere problemi durante la guida (nervosismo, paura, scarsa attenzione, difficoltà nelle manovre) e di affaticarsi comunque di più rispetto al passato. Per quanto riguarda l’uso delle cinture di sicurezza, il 15% non le indossa per dolore allo sterno e l’esenzione è stata richiesta dal 7%, quasi sempre direttamente al medico legale.
Conclusioni. Dopo un intervento cardiochirurgico, 1 paziente su 3 smette di guidare, con particolare frequenza nel sesso femminile; 1 paziente su 7 non usa più le cinture di sicurezza per dolore allo sterno e circa la metà di questi ha chiesto di esserne esentato dall’uso secondo procedure variabili e non codificate. Si evidenzia quindi la necessità di una linea di condotta comune e raccomandazioni da parte delle Società Scientifiche.