Scopo del presente lavoro è trarre considerazioni dopo 1 anno di angioplastica coronarica (PTCA) primaria 24/24 h (aprile 2007-aprile 2008) in un ospedale di medie dimensioni, in assenza di backup cardiochirurgico in sede.
Sono state eseguite 152 PTCA primarie su 156 pazienti giunti in Pronto Soccorso per infarto miocardico acuto (IMA) con sopraslivellamento del tratto ST. Il tempo medio, dall’accesso in Pronto Soccorso all’inserzione dell’introduttore arterioso, è risultato di 48 min. L’organizzazione prevede l’esecuzione di un ECG a 12 derivazioni e una rapida raccolta dell’anamnesi da parte del medico, quindi, in presenza di IMA con sopraslivellamento del tratto ST, l’attivazione telefonica diretta o mediata dal Pronto Soccorso del cardiologo di guardia. Quest’ultimo allerta l’emodinamista reperibile e l’infermiere di sala. Il successo procedurale è stato raggiunto nel 97% dei casi. La mortalità è stata del 6%. Altre complicanze si sono verificate nel 4% dei pazienti. Il fenomeno del “no-reflow” è stato riscontrato nel 4% dei vasi trattati. Sono stati posti 1.9 stent per paziente. Nel 43% dei casi è stato eseguito stenting diretto. Nel 14% delle lesioni il trattamento si è concluso con il semplice pallone. Nel 15% dei pazienti è stato preferito un accesso radiale, negli altri femorale. Stent medicati sono stati impiantati esclusivamente nell’1% degli IMA. L’utilizzo di inibitori IIb/IIIa e clopidogrel preprocedura ha raggiunto quasi l’80% dei casi. I nostri dati, anche se per un numero infinitamente inferiore di pazienti e per un periodo di tempo relativamente breve, sono in linea con quelli dell’ultimo registro americano presentato.
In conclusione, i risultati conseguiti nel nostro centro nella gestione dell’IMA con PTCA primaria appaiono in linea con quelli dei centri di riferimento e costituiscono uno stimolo a continuare nella direzione intrapresa.