Numerosi studi hanno suggerito una relazione inversa fra obesità e sopravvivenza dei pazienti reduci da infarto miocardico o da una procedura di rivascolarizzazione, il cosiddetto “obesity paradox”. Le conclusioni di questi studi dovrebbero essere considerate con grande cautela per una serie di intrinseche debolezze metodologiche, caratterizzate soprattutto da aggiustamenti statistici non sempre adeguati.
Evidenze analoghe, e simili considerazioni interpretative, sono state avanzate da studi condotti in pazienti con scompenso cardiaco acuto e cronico. In queste ultime condizioni cliniche, il ruolo della perdita intenzionale di peso corporeo dovrebbe diventare l’oggetto di studi clinici disegnati specificamente.