L’esame ecocardiografico Doppler rappresenta l’indagine di imaging cardiaca più utilizzata, sia per l’innocuità della procedura e relativo basso costo, sia per l’elevato numero di informazioni morfofunzionali ricavabili. Tale indagine risulta anche di primaria importanza nella diagnosi di coinvolgimento cardiaco in corso di malattie internistiche, nella maggior parte delle quali la complicanza cardiaca è spesso subclinica e rappresenta una tra le cause principali di mortalità. Il costante processo di evoluzione tecnologica delle apparecchiature ha incrementato il campo di studio e la capacità diagnostica dell’ecocardiografia. Fra le nuove tecniche, l’analisi Doppler tissutale si è dimostrata in grado di identificare precoci alterazioni ventricolari non solo della fase diastolica ma anche di quella sistolica, in una fase preclinica, in corso di malattie sistemiche quali ad esempio l’amiloidosi, il lupus eritematoso sistemico, le vasculiti. Questa maggior sensibilità deriva dalla capacità di analizzare la meccanica longitudinale, mediante lo studio dell’escursione del piano atrioventricolare, dipendente dalla contrazione-rilasciamento delle fibre longitudinali, che sembra più precocemente interessata da un processo patologico rispetto a quella circonferenziale. Gli indici Doppler tissutali, unitamente a dettagliati elementi clinico-anamnestici, potrebbero contribuire a migliorare la stratificazione prognostica di questi pazienti, indirizzando l’internista verso mirati approcci diagnostici e terapeutici.