Il rischio di sviluppare un episodio secondario di tromboembolismo venoso – principalmente di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare – a seguito di interventi di bypass aortocoronarico (BPAC) non è stato estensivamente studiato come accaduto per altre procedure chirurgiche. Dagli studi disponibili è possibile stimare un tasso di incidenza complessivo di trombosi venosa profonda sintomatica o asintomatica dopo BPAC del 20%, mentre il rischio di embolia polmonare clinicamente evidente sarebbe inferiore all’1%. Tali complicanze si evidenziano frequentemente dopo la dimissione dalle cardiochirurgie e sono responsabili di una quota non indifferente di sequele e mortalità a breve termine, influenzando l’outcome della rivascolarizzazione coronarica. L’utilizzo della profilassi eparinica dopo BPAC non è attualmente frequente, anche alla luce della mancanza di chiare linee guida in proposito. Non esistono trial clinici controllati che abbiano testato l’efficacia e la sicurezza della profilassi eparinica dopo BPAC, sebbene tale strategia possa essere ragionevolmente considerata alla luce delle evidenze emerse nel campo della chirurgia generale. Un’attenta valutazione del rischio trombotico individuale appare attualmente indispensabile per eventualmente
istituire la più appropriata misura di tromboprofilassi.