Dati sperimentali ottenuti nell’animale, risultati di studi clinici retrospettivi e di piccoli studi randomizzati suggeriscono un’efficacia del trattamento “upstream” della fibrillazione atriale (FA) con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)/antagonisti recettoriali dell’angiotensina (sartani), statine e acidi grassi polinsaturi (n-3 PUFA). Questi farmaci eserciterebbero un effetto favorevole contrastando il sistema renina-angiotensina, l’infiammazione, lo stress ossidativo e la disfunzione endoteliale, fattori che giocano un ruolo importante nella genesi del substrato della FA e del rimodellamento atriale. Tuttavia il recente studio italiano GISSI-AF, che rappresenta il primo grosso trial multicentrico, prospettico e randomizzato (valsartan vs placebo) sul trattamento “upstream” nella prevenzione secondaria della FA, ha offerto risultati negativi. L’unico sottogruppo di pazienti nel quale è emerso un “trend” favorevole del valsartan è stato quello con scompenso cardiaco, pur se la significatività statistica non è stata raggiunta. Alla luce di questi recenti contributi abbiamo analizzato i dati offerti dalla letteratura sul trattamento “upstream” della FA nei pazienti con scompenso cardiaco per valutare un suo possibile utilizzo nella pratica clinica. Sono stati pubblicati sei studi retrospettivi sulla prevenzione primaria della FA (3 con ACE-inibitori/sartani e 3 con statine) ed è emersa costantemente un’efficacia del trattamento “upstream”. In una recente metanalisi che analizzava i trial condotti con ACE-inibitori/sartani nella prevenzione primaria della FA è emerso che il sottogruppo di pazienti con scompenso cardiaco è quello che trae maggior beneficio dal trattamento “upstream”. I contributi su tale trattamento nella prevenzione secondaria della FA nei pazienti con scompenso cardiaco sono al momento esigui.
Questi risultati non possono essere considerati definitivi per il disegno retrospettivo degli studi o per la limitata casistica dei pochi trial randomizzati. Emerge tuttavia un background consistente per impostare un grosso studio prospettico e randomizzato sul trattamento “upstream” nella prevenzione primaria della FA nei pazienti con scompenso cardiaco.