La valutazione clinica rappresenta un aspetto fondamentale del follow-up del paziente affetto da scompenso cardiaco (SC) cronico e permette di personalizzarne le modalità di esecuzione in base alla gravità del quadro clinico, alla sintomatologia, alla qualità e aspettativa di vita. I punteggi prognostici, utile strumento di sintesi e standardizzazione fra centri, per essere efficaci devono essere facilmente calcolabili e prendere in considerazione sia le condizioni cardiache che le comorbilità. Nell’anziano la valutazione deve includere indici di disabilità e fragilità, fondamentali nella personalizzazione del follow-up. I dati clinici vanno integrati dalla valutazione oggettiva della capacità funzionale mediante test di laboratorio. La capacità di esercizio fisico, espressione dell’efficienza dell’intero organismo è indice prognostico della massima importanza. Il test del cammino, semplice e ben accetto ai pazienti, può essere proposto per la valutazione oggettiva della tolleranza allo sforzo anche a soggetti non in grado di effettuare un test massimale, ma non ci sono evidenze per il suo uso come indice prognostico. Il test cardiopolmonare, metodica consolidata nella selezione dei candidati al trapianto cardiaco, può fornire informazioni per la stratificazione prognostica anche nella più ampia popolazione con SC; i principali parametri a valenza prognostica sono il consumo massimo di ossigeno, la risposta iperventilatoria e il respiro periodico durante esercizio.