IN MEMORIA DEL PROFESSOR ELIGIO PICCOLO




Il giorno 24 aprile 2025, alle ore 3.00 del mattino, il Professor Eligio Piccolo si è spento all’età di 97 anni, esalando l’ultimo respiro nel Reparto di Geriatria dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre dove era ricoverato per una broncopolmonite bilaterale.

Il Professor Piccolo è stato un luminare indiscusso della Cardiologia, dell’Elettrocardiografia e dell’Elettrofisiologia. Nato a Portogruaro il 14 febbraio 1928, dopo gli studi liceali si laureò in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova nel 1954 e si specializzò poi in Cardiologia nello stesso ateneo 3 anni dopo. Nel 1957 si recò a Città del Messico a perfezionarsi presso il celebre Instituto Nacional de Cardiologia de Mexico dove rimase 3 anni e dove conobbe personaggi illustri e carismatici come Enrique Cabrera e Demetrio Sodi Pallares, che avrebbero poi influenzato enormemente la sua vita professionale stimolando ulteriormente il suo già innato interesse per il ragionamento clinico e per la ricerca scientifica. Tornato in Italia, nel 1960 iniziò la sua carriera ospedaliera come Primario di Medicina dapprima a Massa Marittima in Toscana e poi a Mirano in Veneto. Nel 1974 divenne Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia presso l’Ospedale di Mirano, carica che ricoprì fino al 1987 quando si trasferì all’Ospedale di Mestre per dirigere l’Unità Operativa di Cardiologia di quell’Ospedale fino al 1995 anno in cui andò in pensione.

Nella sua vita professionale il Professor Piccolo ha conseguito una serie prestigiosa di traguardi e riconoscimenti; è stato, tra l’altro, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, Direttore del Giornale Italiano di Cardiologia e Co-Fondatore con me del Congresso Internazionale Venice Arrhythmias.

Inoltre, il Professor Piccolo è stato un eminente ricercatore con al suo attivo numerose pubblicazioni, soprattutto nel campo dell’elettrocardiografia, sulle più prestigiose riviste scientifiche nazionali ed internazionali. Ricordo in particolare il suo lavoro sull’onda P nel ritmo atriale sinistro pubblicato nel 1971 sull’American Heart Journal e quello sull’ingrandimento ventricolare sinistro pubblicato nel 1979 su Circulation da cui traspare chiaramente la sua capacità di spiegare il dato prettamente elettrocardiografico in funzione clinica. Il suo celebre testo di Elettrocardiografia e Vettorcardiografia pubblicato da Piccin Editore negli anni ’80 ha formato intere generazioni di cardiologi e ancora oggi ha una grande valenza per un’interpretazione deduttiva e ragionata dell’elettrocardiogramma.

Ma soprattutto il Professor Piccolo è stato un grande clinico con un senso umano della professione medica ma anche al tempo stesso con una grande attenzione alle innovazioni tecnologiche. Ricordo come la Cardiologia di Mirano prima e quella di Mestre dopo siano stati tra i primi centri in Italia a dotarsi di un Laboratorio di Elettrofisiologia Clinica ed Interventistica, ad impiantare un defibrillatore sottocutaneo e ad eseguire un’ablazione transcatetere delle aritmie cardiache.

Il Professor Piccolo inoltre, in virtù dei suoi trascorsi universitari, è stato anche un eccellente didatta ed educatore, un Caposcuola capace di trasmettere la passione per la Clinica e per la Ricerca a una schiera numerosa di colleghi che sono diventati dapprima suoi allievi e poi affermati professionisti nel campo della Cardiologia e dell’Aritmologia. Un particolare che contraddistingueva il Professor Piccolo era la sua estrema disponibilità all’insegnamento e al confronto, tipica dei veri leader. La porta del suo studio in ospedale era sempre aperta o socchiusa, una cosa che aveva imparato da Demetrio Sodi Pallares in Messico, in modo che qualsiasi suo collaboratore o medico frequentatore – dal più anziano al più giovane – potesse entrare e discutere, senza timore riverenziale, un caso clinico, un lavoro scientifico o semplicemente un aspetto organizzativo.

Molto apprezzata era anche la capacità del Professor Piccolo di delegare e responsabilizzare i suoi collaboratori, cosa che ne favoriva la crescita culturale e professionale ma che nel contempo si traduceva anche in una crescita della struttura da lui diretta e di conseguenza del suo prestigio personale. Questa applicazione in chiave moderna del vecchio detto latino do ut des è la chiara dimostrazione della grande intelligenza e apertura mentale che il Professor Piccolo possedeva e che faceva di lui un leader innegabile.

Il Professor Piccolo era notoriamente un uomo colto, raffinato, elegante e cordiale al tempo stesso, capace di mettere a suo agio chiunque, nonostante la naturale soggezione che il suo carisma e la sua fama inevitabilmente incutevano. Data la sua cultura variegata che spaziava dalla letteratura, all’arte, alla musica e alla storia, con lui si poteva discutere di qualsiasi argomento in maniera pacata e piacevole. Per me era un piacere leggere i suoi articoli per il giornale di divulgazione popolare Cuore e Salute nei quali traspariva tutta la sua genuina vena di brillante scrittore, la sua grande cultura umanistica e il suo spiccato senso dell’umorismo declamato in versione veneta.

La mia simpatia e ammirazione nei suoi confronti furono immediati fin dalla prima volta che lo conobbi all’Ospedale di Mirano quando da giovane neolaureato proveniente dal Meridione mi presentai per essere assunto come assistente di Medicina e scoprii che aveva trascorso un lungo periodo di studio presso l’Instituto Nacional de Cardiologia de Mexico. Era il lontano 1971. Sin dal primo momento mi accolse amichevolmente, facendomi sentire vicinanza e fiducia, e quando gli raccontai che stavo per sposarmi con Carmen, originaria proprio di Città del Messico, fu subito empatia reciproca trasformatasi poi nel tempo in stima e affetto profondi.

Ecco questo era il Professor Piccolo, un vero Signore di altri tempi capace di grande trasporto umano oltre che un grande medico e scienziato.

Concludo dicendo che, a titolo personale, il Professor Piccolo è stato per me come un secondo padre, un punto di riferimento certo, un Maestro di Scienza e di Vita, il cui esempio e il cui insegnamento continueranno a guidarmi come un faro luminoso in mezzo al mare tempestoso della vita.

Grazie Professore, la sua presenza mancherà molto sia a me che a tanti altri colleghi che, come me, l’hanno conosciuto, apprezzato e ammirato.

Antonio Raviele

Ex Direttore U.O.C. Cardiologia

Ospedale dell’Angelo, Mestre-Venezia