Presentazione

Cari Lettori,

siamo lieti di presentarvi questo nuovo Supplemento del Giornale Italiano di Cardiologia all’interno del quale abbiamo voluto inserire un focus particolare sulle strategie di prevenzione cardiovascolare secondaria nel paziente sottoposto a rivascolarizzazione percutanea. Negli ultimi anni, infatti, è cresciuto costantemente il numero di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica, sia a seguito di sindrome coronarica acuta che nell’ambito della malattia coronarica stabile. Se da un lato abbiamo assistito ad un drammatico miglioramento degli outcome periprocedurali ed intraospedalieri di questi pazienti, anche grazie al raffinamento delle tecniche utilizzate e dei dispositivi impiegati, dall’altro lato la prevenzione della recidiva degli eventi cardiovascolari nel lungo periodo rappresenta ancora oggi una sfida importante per la comunità cardiologica.

In questo contesto, un corretto follow-up del paziente sottoposto a rivascolarizzazione percutanea rappresenta il primo passo fondamentale per offrire ai nostri pazienti un percorso di cura di qualità, che assecondi le sue esigenze cliniche in quella fase cruciale che segue il setting acuto o ad alta intensità di cura dell’ambito ospedaliero. Siamo per questo orgogliosi di aprire il nostro numero con un documento di consenso GISE/SICOA, curato da Pasquale Guarini, Giovanni Esposito e colleghi, e strettamente dedicato alla gestione del follow-up del paziente dopo sindrome coronarica acuta e/o angioplastica coronarica. L’obiettivo del documento è fornire uno strumento pragmatico che possa essere applicato nella pratica quotidiana non solo dai cardiologi interventisti, ma anche dai colleghi clinici, per garantire l’adeguata continuità assistenziale, con particolare riferimento al timing del follow-up e alla scelta dell’adeguata diagnostica strumentale, ove necessario, coerentemente con il profilo di rischio cardiovascolare associato a ciascun paziente.

Similmente, poiché sin dagli albori della storia dell’angioplastica coronarica la terapia antitrombotica è stata considerata il pilastro fondamentale su cui basare la prevenzione secondaria cardiovascolare, visto anche il suo duplice effetto nel prevenire gli eventi trombotici correlati all’impianto di stent coronarici e quelli ad incidenza spontanea, abbiamo voluto dedicare una parte consistente del numero alle strategie di trattamento antitrombotico. La formula scelta è quella del “dibattito” sulla migliore opzione terapeutica in diversi contesti clinici, confrontando tesi che non crediamo possano essere considerate opposte, quanto piuttosto complementari, in quello che è il variegato ambito dei pazienti con malattia aterosclerotica. Il primo dibattito è dedicato alla monoterapia antipiastrinica di mantenimento a lungo termine: a Raffaele De Caterina il compito di difendere la posizione della terapia basata sull’aspirina, mentre Felice Gragnano, Marco Valgimigli e Paolo Calabrò descrivono il nuovo paradigma della monoterapia basata sugli inibitori del recettore piastrinico P2Y12. Il secondo dibattito esplora invece il nuovo approccio che integra l’utilizzo dei nuovi anticoagulanti orali a basso dosaggio con terapia antipiastrinica classica – la cosiddetta dual pathway inhibition: Sabato Sorrentino e Ciro Indolfi ce ne illustrano i possibili vantaggi nel paziente ad elevato rischio ischemico, mentre il contributo di Carmen Spaccarotella e colleghi ne valuta rischi e benefici nei pazienti con arteriopatia periferica.

Proseguiamo inoltre la fattiva collaborazione con GISE Young, che questo mese ci permette di presentare i dati molto interessanti provenienti dalla survey nazionale GICI-GISE sul cateterismo cardiaco destro nei laboratori di emodinamica italiani. L’indagine, a cura di Miriam Compagnone e colleghi, ha il meritorio obiettivo di fornire una fotografia reale su quello che è uno strumento di diagnostica invasiva che ha ancora un ruolo fondamentale in numerosi scenari clinici ma che forse manca di un processo di standardizzazione su tutto il territorio nazionale.

Sul versante casi clinici, il Supplemento include anche un interessante caso clinico a cura di Gerardo Musuraca che illustra un raro caso di origine anomala del tronco comune dal seno di Valsalva destro e coronaria destra con branca accessoria indipendente.

Infine, sempre in collaborazione con GISE Young, prosegue l’innovativa iniziativa del Journal Club Corner. In ambito coronarico, lo studio preso in oggetto per questo appuntamento è il trial clinico randomizzato EBC MAIN che ha recentemente confrontato strategia provisional graduale e doppio stenting sistematico nel trattamento della biforcazione del tronco comune. A completare il Journal Club è poi la disamina dello studio FLASH, registro prospettico e multicentrico volto a valutare la sicurezza e l’efficacia in acuto della trombectomia meccanica (FlowTrieverTM, Inari Medical) nell’embolia polmonare in pazienti ad intermedio e alto rischio.

Vi auguriamo una buona lettura e vi diamo appuntamento al prossimo Supplemento.

Giulio Stefanini

Guest Editor

Angelo Oliva

Membro del Comitato

di Redazione SICI-GISE