In questo numero

covid-19 e cardiologia




Long COVID: una cronicità emergente

L’interesse per il long COVID è testimoniato dal rilevante numero di articoli pubblicati sul tema che ad oggi sul sito PubMed ammontano ad oltre 17 000. Maurizio Abrignani et al. a nome dell’Area Cronicità Cardiologica ANMCO ci offrono un’accurata revisione sugli aspetti nosografici e di epidemiologia clinica. In considerazione della grande variabilità di espressione clinica, che include anche segni e sintomi cardiovascolari, e della mancanza di una definizione condivisa è difficile stabilire la reale prevalenza e l’incidenza di questa sindrome. Le definizioni di long COVID sono infatti molto eterogenee e questo condiziona una grande variabilità della prevalenza della malattia. Tra i fattori di rischio per il long COVID risultano il sesso femminile, le comorbilità e la gravità dell’infezione in acuto, mentre per l’età esistono segnalazioni discordanti. Di certo l’espansione della popolazione di persone che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 rende il long COVID una possibile cronicità emergente che deve essere conosciuta anche dal cardiologo in considerazione delle possibili sequele cardiovascolari. •

editoriali




4 regole per i 4 farmaci raccomandati dalle linee guida dello scompenso cardiaco

In attesa di verificare se la modalità di implementazione non strettamente sequenziale, ma simultanea o comunque ravvicinata, proposta dalle nuove linee guida della Società Europea di Cardiologia sullo scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta, si riveli, rispetto al passato, più efficace nel garantire l’ottimizzazione della terapia farmacologica raccomandata, l’editoriale proposto da Giuseppe Di Tano e Andrea Di Lenarda ci fornisce le prioritarie regole terapeutiche e alcune specifiche indicazioni legate al profilo clinico, da adottare nel singolo paziente. Lo scopo degli autori è di limitare le potenziali difficoltà del cardiologo clinico nel gestire l’associazione dei quattro farmaci inseriti in classe I, suggerendogli un’iniziale scelta selezionata, che faciliti l’aggiunta e la tolleranza degli altri farmaci in un’ottica di “team work”, in modo da non ritardare la loro prescrizione, in quanto è soprattutto la rapidità del loro utilizzo ad associarsi ai significativi benefici prognostici, sia precoci che a distanza. •




Scompenso cardiaco e linee guida

Per tutte le principali patologie cardiovascolari abbiamo ormai a disposizione da anni sia le linee guida ESC, riferimento condiviso per la comunità cardiologica nazionale, che quelle AHA/ACC. In un interessante editoriale Gianfranco Sinagra et al. mettono a confronto le linee guida europee e quelle nord-americane sullo scompenso cardiaco evidenziandone affinità e discordanze. Al di là di minime differenze, le due linee guida evidenziano un sostanziale accordo nelle raccomandazioni, in particolare in quella della quadruplice terapia nello scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta. A differenza delle linee guida ESC, una raccomandazione forte è presente nelle linee guida AHA/ACC per l’utilizzo di sacubitril/valsartan come terapia de novo, non necessariamente in sostituzione di un ACE-inibitore, e nello scompenso cardiaco acuto ospedalizzato. Per lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata le linee guida AHA/ACC introducono la raccomandazione all’utilizzo degli inibitori di SGLT2 per i quali non erano ancora disponibili le evidenze al momento della pubblicazione delle linee guida ESC. Il confronto tra le diverse linee guida offre spunti interessanti di riflessione, ma la concordanza dei messaggi è tranquillizzante per il cardiologo clinico impegnato ad applicare le raccomandazioni delle linee guida nella pratica clinica quotidiana. •

dieci quesiti in tema di...




Tutto quello che avreste voluto sapere su...

L’amiloidosi è una patologia ereditaria od acquisita caratterizzata da depositi extracellulari di materiale proteico fibrillare che determina alterazione della struttura e della funzione degli organi bersaglio. Il coinvolgimento cardiaco è riconducibile principalmente a tre forme eziologiche distinte: da transtiretina che si distingue in familiare o “wild-type”, e quella da catene leggere delle immunoglobuline. Alessandro Giovannetti et al. ci conducono attraverso “dieci quesiti in tema di...” in un vero e proprio percorso formativo sull’amiloidosi da transtiretina. L’articolo si legge tutto di un fiato, è efficace nella presentazione e nei temi trattati e lascia il lettore con un bagaglio culturale importante e pronto all’uso nella pratica clinica quotidiana. Cogliete l’occasione di un aggiornamento rapido, efficace ed approfondito! •

rassegna




Il paziente anziano in UTIC

In generale, la gestione dei pazienti anziani e grandi anziani con le loro molteplici comorbilità e fragilità rappresenta una vera e propria sfida. Quando poi è necessario un ricovero in una terapia intensiva, l’allettamento obbligato, le procedure invasive, l’impiego di nuove terapie farmacologiche e tanti altri fattori comportano uno stress sia fisico che emotivo cui più difficilmente il paziente anziano riesce a reagire. Partendo dall’evidenza del numero progressivamente crescente di pazienti anziani ricoverati in UTIC negli ultimi anni, la rassegna di Roberta Rossini et al. pone sotto i riflettori diverse questioni oggetto di dibattito nella pratica clinica. L’articolo analizza una serie di patologie che più frequentemente portano ad un ricovero in UTIC: le sindromi coronariche acute, lo scompenso cardiaco acuto e le valvulopatie. Viene sottolineata la necessità di una costante attenzione al mantenimento della proporzionalità di cure per ogni trattamento proposto, considerando sempre il beneficio atteso in termini di prognosi. “10 regole d’oro” sintetizzano i punti chiave per un’ottimale gestione del paziente anziano in UTIC. •

studio osservazionale




To screen or not to screen

La costo-efficacia di uno screening sistematico o opportunistico della fibrillazione atriale è attualmente oggetto di ampio dibattito in letteratura. Giuseppe Di Pasquale et al. presentano i risultati di uno screening della fibrillazione atriale eseguito mediante il dispositivo MyDiagnostick in occasione di un’iniziativa di prevenzione cardiovascolare condotta nell’arco di un mese in 11 città dell’Emilia-Romagna. L’età avanzata e il CHA2DS2-VASc score sono risultati i criteri utili per l’identificazione delle categorie di soggetti nei quali è conveniente attuare uno screening della fibrillazione atriale, dal momento che in caso di riscontro dell’aritmia esiste chiara indicazione alla terapia anticoagulante. Nell’editoriale di accompagnamento Felicita Andreotti et al. discutono le implicazioni cliniche delle iniziative di screening della fibrillazione atriale, con un cauto ottimismo proveniente dai primi due studi randomizzati condotti in Scandinavia dei quali sono stati pubblicati i risultati. •

caso clinico




Appare, scompare... sembra una magia

Qualche volta scopriamo casualmente una cisti pericardica e allora partono esami su esami, discussioni con il cardiochirurgo e tanti pensieri. Angelo Camerieri et al. descrivono un caso clinico intricato in cui la cisti mediastinica riscontrata casualmente è poi scomparsa spontaneamente dopo alcuni anni. Un caso molto raro, ma che ci invita a seguire questi pazienti con controlli seriati nel tempo prima di aggredirli chirurgicamente sia per cogliere una crescita allarmante della massa che per individuare quei rari casi dove la cisti stessa poi scompare, quasi per... magia. •

documento di consenso




La sottile linea rossa tra cuore e funzione renale

I cardiologi stanno ogni giorno prendendo maggiore dimestichezza con malattie e organi che esulano dalla stringente gestione cardiologica. Questo perché i pazienti invecchiando purtroppo accumulano diverse patologie e comorbilità con ripercussioni non marginali sull’assetto cardiologico, ma anche perché altri organi possono determinare l’insorgenza o la progressione di malattia cardiaca. Ad esempio, si parla spesso della connessione tra malattia aterosclerotica coronarica e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Similmente si parla sempre più di coronaropatia e arteriopatia periferica ostruttiva come di un unico processo patologico o delle ricadute negative sulla convalescenza cardiovascolare di disturbi psichici quali ansia e depressione. In questo numero del Giornale i lettori troveranno un altro importante pezzo del puzzle. Infatti, con un documento congiunto SIC-SIN, si affronta la tortuosa linea rossa che lega cuore e rene. In questa prima parte ci si concentra su fattori di rischio e meccanismi fisiopatologici per creare il presupposto ai trattamenti farmacologici di recente introduzione che saranno affrontati in un secondo contributo. •




imaging integrato
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Imaging multimodale nell’amiloidosi cardiaca: work-up diagnostico

Partendo dal sospetto clinico e dall’ECG, vengono utilizzate in modo sequenziale diverse metodiche di imaging cardiovascolare, evidenziando per ciascuna di esse i pro, i contro e il valore aggiunto nello specifico caso clinico, fino a giungere alla diagnosi corretta e al trattamento più appropriato. •