Presentazione

Cari Lettori,

questo Supplemento del Giornale Italiano di Cardiologia curato dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica (SICI-GISE) è dedicato alla prevenzione e al trattamento di alcune delle potenziali complicanze delle procedure di impianto transcatetere di protesi valvolare aortica (TAVI). Come noto il numero di queste procedure è in costante aumento, in seguito anche al progressivo ampliamento delle indicazioni e al costante miglioramento dei risultati clinici. In questo ambito, la conoscenza e la capacità di gestire al meglio eventuali complicanze rappresenta un importante e necessario tassello formativo per i cardiologi interventisti e un bagaglio culturale irrinunciabile per il cardiologo clinico.

La prima rassegna, curata da Tommaso Piva et al., è focalizzata sulle complicanze più frequenti: quelle vascolari. L’articolo offre una disamina completa dei fattori di rischio, della classificazione e delle modalità di gestione delle complicanze del sito di accesso vascolare e dell’asse iliaco-femorale in generale.

Il secondo articolo, di Marco Ancona et al., affronta una delle peggiori complicanze possibili della TAVI: la rottura dell’anello aortico. In questo contesto, la prevenzione è fondamentale, ed è attuata sostanzialmente attraverso una meticolosa pianificazione della procedura con tecniche di imaging.

Indicato come il tallone d’Achille della TAVI, il rigurgito paravalvolare rappresenta una complicanza molto frequente e fortunatamente spesso clinicamente silente. In alcuni casi però, soprattutto quando è di grado più che moderato, il leak paravalvolare può condizionare negativamente la prognosi del paziente ed essere responsabile di scompenso cardiaco e/o emolisi. Renatomaria Bianchi et al. passano in rassegna le cause, le conseguenze, le modalità di prevenzione, la quantificazione e le potenziali modalità di trattamento.

La quarta rassegna di Pier Pasquale Leone et al. si muove elegantemente tra fisiopatologia e clinica ed è stata curata da un gruppo multicentrico e internazionale. L’argomento è il mismatch protesi-paziente, ovvero la presenza di una valvola protesica con area effettiva relativamente piccola rispetto alla superficie corporea del paziente. Il mismatch protesi-paziente, specie se classificato come severo, può condizionare sfavorevolmente l’outcome clinico. È importante conoscerne cause, conseguenze, e modalità di prevenzione, soprattutto in presenza di fattori di rischio come TAVI in anelli piccoli o “valve-in-valve”.

L’embolizzazione della protesi aortica transcatetere è un’altra temibile evenienza durante procedure di TAVI. Miroslava Stolcova et al. offrono una panoramica completa sull’argomento. Il loro articolo è estremamente chiaro, molto didattico e corredato da un’iconografia straordinaria.

A seguire, Giuseppe Tarantini et al. presentano i risultati di una survey ufficiale SICI-GISE volta ad analizzare l’impatto della pandemia da coronavirus 2019 (COVID-19) sulle procedure di cardiologia interventistica strutturale in Italia. I risultati sono drammatici, documentando ancora una volta, da una prospettiva cardiologica, gli effetti collaterali devastanti del COVID-19 sull’intero sistema assistenziale.

Abbandonando l’interventistica strutturale, il fascicolo si chiude con una revisione di Giuseppe Venuti et al. sul trattamento percutaneo della coronaropatia calcifica, scenario sempre molto complesso reso più agevole dall’esperienza e dall’ausilio di nuove tecnologie. Infine, Giuseppe Talanas et al. presentano le immagini di un insolito caso clinico di rimozione accidentale di uno stent appena impiantato. A ricordarci che nelle procedure di cardiologia interventistica la cautela non è mai troppa.

Buona lettura,

Francesco Saia

Guest Editor