Indicazioni pratiche per un’efficace
implementazione delle cure palliative
nel malato con scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco è la principale causa di ricovero in Italia dopo il parto: la sua prevalenza è destinata ad aumentare grazie al prolungamento della vita media e alla riduzione della mortalità.

L’espansione della popolazione con scompenso cardiaco e la presenza di comorbilità che spesso condizionano decorso e prognosi, in particolare nel paziente anziano e fragile, ne stanno modificando significativamente il panorama clinico ed organizzativo.

In particolare nel corso della vita del malato con scompenso cardiaco si intensificano quantità e qualità dei trattamenti, spesso con ampio impiego di tecnologia ad elevata complessità ed invasività, trattamenti che tuttavia, nelle fasi finali della vita, perdono di significato, non sono più proporzionati e talora risultano futili.

La bilancia fra appropriatezza e gravosità dei trattamenti tende a pendere sempre più verso la seconda.

In queste fasi la prognosi, di per sé già difficile da formulare nel singolo paziente, non è più il criterio principale per definire le scelte; piuttosto l’individuazione e la soddisfazione dei bisogni del malato e dei familiari, bisogni clinici, psicologici, spirituali e di condivisione, diventano il principale fattore di riferimento.

La consapevolezza di questa nuova realtà può aumentare e dare risultati positivi solo se si creano sensibilità adeguate a dare risposte concrete ai bisogni dei malati: ciò passa attraverso la contaminazione culturale fra le differenti professionalità coinvolte nella cura del paziente scompensato e alla individuazione di modelli organizzativi condivisi, sostenibili, efficaci.

I contributi che presentiamo in questa serie di articoli nascono appunto dall’apporto multidisciplinare e multiprofessionale di persone che da tempo si occupano, a differenti livelli e in differenti realtà, di questi temi.

L’obiettivo è cercare di fornire degli strumenti informativi e pratici per diffondere ulteriormente la cultura delle cure palliative in campo cardiologico, con l’auspicio che ciò renda possibile, anche attraverso nuove modalità organizzative, il miglioramento della cura del malato nelle fasi finali della vita.


Gianfranco Sinagra

Dipartimento Cardiotoracovascolare

Azienda Sanitaria Universitaria Integrata

Università degli Studi, Trieste


Massimo Romanò

Comitato Ordinatore Master Universitario di II Livello in Cure Palliative

Università degli Studi, Milano


Raffaella Antonione

S.S. Gestione Patologie Croniche Degenerative, Medicina Interna

Ospedale San Polo, Monfalcone (GO)

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, Trieste