Presentazione

Cari Lettori,

questo numero del Supplemento del Giornale Italiano di Cardiologia contiene quattro documenti importanti per la Società Italiana di Cardiologia Interventistica (SICI-GISE).

Il primo riguarda la certificazione di cardiologo interventista. Nonostante la Cardiologia Interventistica sia una branca della Cardiologia che presenta peculiarità tali da richiedere una specifica formazione teorico-pratica, differentemente da quanto avviene in molti paesi europei ed extraeuropei, in Italia ad oggi non esiste ancora un percorso definito a livello ministeriale e/o universitario di formazione, valutazione e certificazione per lo specialista in Cardiologia Interventistica. L’assenza di standardizzazione dei criteri di formazione rende teoricamente possibili delle disparità nella qualità delle prestazioni offerte ai pazienti. È per tale motivo che SICI-GISE, uniformandosi agli standard europei, ha deciso di codificare questo processo definendo in questo documento i criteri minimi di idoneità dei centri formativi ed i criteri minimi di competenza acquisita dagli operatori necessari al fine dell’ottenimento della certificazione stessa.

Il secondo documento, a cura dei rappresentanti delle professioni sanitarie del comparto, è parte integrante del documento di posizione SICI-GISE sugli standard e linee guida per i laboratori di diagnostica interventistica cardiovascolare pubblicato ad ottobre 2015. Esso nasce con lo scopo di definire standard qualitativi e quantitativi fornendo un supporto pratico per la strutturazione di un percorso formativo di addestramento per il personale infermieristico e tecnico. Il documento definisce quali debbano essere le risorse umane da un punto di vista quantitativo (numero minimo del personale per procedura) e qualitativo (cioè la descrizione dei livelli di competenze del personale sanitario non medico all’interno del laboratorio di emodinamica).

Il terzo documento societario tratta l’importantissimo tema della radioprotezione nel laboratorio di Emodinamica. L’evoluzione tecnologica maturata nell’ambito della Cardiologia Interventistica ha portato negli ultimi anni ad un notevole incremento della complessità delle procedure eseguite, nonché ad un ampliamento nella tipologia di patologie che possono essere trattate. Di conseguenza, si è registrato un incremento dell’esposizione radiogena dei pazienti e degli operatori, che invariabilmente si associa ad un aumento del rischio di danni radio-indotti per la salute. Lo scopo del presente documento, redatto da un panel multidisciplinare che ha coinvolto cardiologi interventisti, genetisti, fisici sanitari, ingegneri, esperti qualificati, infermieri e tecnici di radiologia, è quello di diffondere fra gli operatori che utilizzano radiazioni ionizzanti in ambito cardiologico la conoscenza dei rischi correlati all’utilizzo dei raggi X e di fornire agli stessi delle indicazioni su come ridurre la propria esposizione radiogena così come quella dei pazienti.

Il quarto è un documento intersocietario sulla prevenzione del danno renale acuto da mezzo di contrasto (CI-AKI). Il GISE e la Società Italiana di Nefrologia (SIN) hanno riunito un gruppo di esperti che, utilizzando un metodo rigoroso (approccio Delphi modificato), ha effettuato una revisione sistematica della letteratura, formulato quesiti chiave, raggiunto un consenso e formulato delle utili e pratiche raccomandazioni.

L’articolo successivo affronta il tema delle dislipidemie e della prevenzione secondaria del rischio cardiovascolare. Al di là delle sempre più sofisticate tecniche interventistiche per il trattamento della cardiopatia ischemica, la prevenzione, sia primaria che secondaria, riveste un ruolo di basilare importanza. Con questo documento si vogliono prendere in esame le strategie di prevenzione e trattamento del paziente con cardiopatia ischemica, oltre a fornire una utile flowchart per la scelta della terapia farmacologica più idonea in ogni singolo caso.

Infine il numero si conclude con una revisione dettagliata ed approfondita, a cura del Dott. Rosi, della terapia endovascolare dell’ictus ischemico acuto, supportata da numerosi e solidi riferimenti scientifici e corredata da una ricca iconografia.

Buona lettura,

Francesco Saia
Guest Editor GIC

Chiara Fraccaro
Deputy Editor SICI-GISE