Diabete mellito di tipo 2 nei pazienti con malattia coronarica: da una diagnosi troppo spesso trascurata alle terapie con i nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali

Vincenzo Guido, Stefania Angela Di Fusco, Lelio Morviducci, Fabrizio Ammirati, Furio Colivicchi

Riassunto. Il diabete mellito di tipo 2 (DMT2) è un comune fattore di rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica e, sebbene nella popolazione di pazienti con malattia coronarica abbia una prevalenza non trascurabile, è spesso sottodiagnosticato. In considerazione dell’impatto prognostico del diabete e della possibilità di migliorare la prognosi con l’impiego dei nuovi farmaci inibitori del cotraportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i) e agonisti del recettore del glucagon-like peptide-1 (GLP1-RA), una corretta e tempestiva diagnosi è fondamentale. Nella pratica clinica la diagnosi di DMT2 si basa su tre valutazioni: la glicemia a digiuno, l’emoglobina glicata e il test da carico orale di glucosio. D’altro canto, è importante conoscere anche il significato clinico dell’iperglicemia da stress di comune riscontro nel paziente con evento cardiovascolare acuto. Dal punto di vista terapeutico, SGLT2i e GLP1-RA rappresentano i due pilastri per la gestione del rischio cardiovascolare nel paziente con DMT2 e malattia aterosclerotica ma, nonostante le raccomandazioni delle linee guida internazionali, sono ancora sottoutilizzati in questa popolazione di pazienti. La rassegna riporta le indicazioni per un appropriato utilizzo di questi trattamenti con un’analisi dei benefici e delle precauzioni da tenere in considerazione nella pratica clinica.