Riportiamo il caso di un paziente di 40 anni, HIVpositivo, in trattamento da 2 anni con una triplice terapia antivirale comprendente un inibitore delle proteasi (ritonavir), il quale veniva ricoverato presso la nostra unità di terapia intensiva coronarica per infarto miocardico anteriore acuto.
Il paziente era un fumatore (20 sigarette al dì) e aveva una familiarità per ipertensione arteriosa. Al momento del ricovero lo studio dell’assetto metabolico evidenziava la presenza di ipertrigliceridemia (290 mg/dl).
È stata recentemente descritta in letteratura un’alterazione dell’equilibrio metabolico con insulino-resistenza, dislipidemia e lipodistrofia secondaria all’uso prolungato degli inibitori delle proteasi virali. Tale effetto collaterale verrebbe a favorire lo sviluppo di patologia coronarica.
È quindi necessario tener presente come il trattamento con inibitori delle proteasi nei pazienti HIV-positivi, a fronte di un notevole miglioramento della sopravvivenza e di una marcata riduzione delle complicanze HIV-correlate, possa indurre un’accelerata aterosclerosi coronarica e precipitare quindi eventi coronarici acuti specie nei pazienti che presentino preesistenti fattori di rischio cardiovascolare.