La terapia di resincronizzazione cardiaca attuata mediante impianto di un pacemaker biventricolare è oggi utilizzata nel trattamento dello scompenso cardiaco refrattario con bassa frazione di eiezione e dissincronia ventricolare. Tuttavia, nonostante la provata efficacia di questa terapia, vi è un numero considerevole di pazienti che non risponde positivamente. Molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che, in aggiunta alla dissincronia ventricolare, altri fattori condizionano in modo significativo la risposta a tale trattamento. Il riconoscimento preventivo di questi fattori, pertanto, è di cruciale importanza al fine di riservare la terapia di resincronizzazione cardiaca a quei pazienti che hanno la maggiore probabilità di rispondere positivamente. In questa rassegna vengono discussi i principali fattori che hanno mostrato di essere in grado di condizionare, indipendentemente dalla dissincronia cardiaca, la risposta alla terapia resincronizzante prima dell’impianto del pacemaker.