Linee guida, scompenso cardiaco e anziani

Maristella Belfiori, Francesco Palmas, Camilla Podda, Valentina Tardivo, Francesco Salis, Roberto Presta, Antonella Mandas, Mario Bo, Niccolò Marchionni

Riassunto. Le recenti linee guida hanno introdotto diverse novità, soprattutto in termini di opzioni e timing del trattamento dello scompenso cardiaco (SC). In particolare, nell’SC con frazione di eiezione ridotta, l’avvio precoce intraospedaliero e la rapida titolazione della quadruplice terapia sono raccomandati in tutti i pazienti, per ridurre al minimo le riospedalizzazioni e la mortalità. Tuttavia, questo approccio non è sempre applicabile nella pratica clinica, specie nei pazienti anziani, a causa della frequente presenza di sindromi geriatriche, di comorbilità e fragilità associate, del rischio di effetti avversi farmacologici, dell’inerzia prescrittiva e della necessità di un accurato follow-up per la titolazione del farmaco. Nell’ambito dell’SC con frazione di eiezione preservata, gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 sono raccomandati per la loro efficacia nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e la mortalità per cause cardiovascolari. Tuttavia, l’efficacia di tali farmaci non è stata studiata specificamente in alcune cardiomiopatie, in quanto escluse nei trial. Questa rassegna si pone come obiettivo quello di eseguire un’analisi critica delle linee guida, illustrando i limiti della loro applicabilità nel mondo reale tramite una rilettura in ottica cardiogeriatrica degli studi alla base delle più recenti raccomandazioni.