Gestione delle aritmie cardiache dopo correzione chirurgica della tetralogia di Fallot: revisione della letteratura
Gestione delle aritmie cardiache dopo correzione chirurgica della tetralogia di Fallot: revisione della letteratura
Massimo Zoni Berisso, Fabrizio Drago, Alberto Battaglia, Elisabetta Mariucci, Gianluca Mirizzi, Gabriele Vignati, Berardo Sarubbi, a nome dell’Area GUCH dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC)
RIASSUNTO: La tetralogia di Fallot (ToF) si manifesta in circa 4 nati ogni 1000 per anno e rappresenta circa un decimo di tutte le cardiopatie congenite. La chirurgia correttiva consente di ottenere una sopravvivenza nell’86% dei casi nei 40 anni successivi. Prima degli anni ’80 i pazienti venivano trattati esclusivamente con “palliazioni chirurgiche” che consistevano nella creazione di uno shunt sistemico-polmonare o nella sola valvulotomia polmonare, mentre con l’introduzione della circolazione extracorporea, l’intervento correttivo viene effettuato elettivamente tra i 3 e i 6 mesi di vita. I pazienti sottoposti ad intervento correttivo possono sviluppare nel corso della vita sequele emodinamiche, quali disfunzioni dell’efflusso destro e, in oltre il 30% dei casi, complicanze aritmiche. Inoltre in questi pazienti si stima un rischio di morte improvvisa dello 0.2%/anno. Per la prevenzione ed il trattamento delle complicanze aritmiche è fondamentale un follow-up periodico presso centri specializzati nella cura del cardiopatico congenito adulto, poiché spesso queste sono favorite dalla presenza di lesioni emodinamiche residue, prime fra tutte l’insufficienza valvolare polmonare.