Un caso di sindrome di Heyde in una paziente ricoverata per infarto miocardico acuto

Lorenzo Fini, Francesco Gentile, Raffaele De Caterina

RIASSUNTO: Descriviamo il caso di una donna di 84 anni con anamnesi di cardiopatia ischemica cronica, fibrillazione atriale parossistica e stenosi aortica severa, ricoverata presso l’unità coronarica del nostro ospedale per un infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST secondario a trombosi intrastent e trattato con angioplastica primaria. Al momento del ricovero la paziente era in terapia cronica con apixaban per la fibrillazione atriale e non riportava storia di sanguinamento. Tuttavia, il giorno dopo la somministrazione delle dosi di carico di aspirina e clopidogrel, la paziente sviluppava episodi multipli di rettorragia e melena, con necessità di diverse trasfusioni. L’esame endoscopico risultava negativo per sanguinamento attivo a livello del tratto gastrointestinale superiore e del colon, ma suggerendo il sospetto diagnostico di sanguinamento ileale per la presenza di gemizio ematico dalla valvola ileocecale, ipotizzato come secondario ad angiodisplasia. Considerato il noto legame tra stenosi aortica grave e angiodisplasia ileale (sindrome di Heyde), la paziente, già in lista d’attesa per impianto transcatetere elettivo di valvola aortica, veniva sottoposta alla procedura durante il ricovero indice. La procedura si svolgeva in assenza di complicanze e la paziente veniva dimessa con una terapia antitrombotica personalizzata. Nelle settimane successive non venivano segnalati ulteriori episodi di sanguinamento.