Incertezze nei fattori di rischio cardiovascolare: inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 per tutti i pazienti diabetici ad elevato rischio cardiovascolare e per tutti i pazienti con insufficienza renale indipendentemente dall’albuminuria? Agonisti del recettore del glucagon-like peptide-1 come arma contro l’obesità?

Angelo Avogaro, Alberto Corsini, Gianfranco Sinagra, Claudio Borghi, Edoardo Sciatti, Roberto Trevisan, Paola Fioretto, Paolo Calabrò, Giuseppe Di Pasquale, Michele Senni

RIASSUNTO: Le linee guida, pur costituendo un punto di riferimento oggettivo per operare scelte terapeutiche corrette, contengono delle zone grigie, dove le raccomandazioni non sono supportate da solide evidenze. Nel V Congresso Nazionale Grey Zones tenutosi a Bergamo in giugno 2022, si è cercato di evidenziare alcune delle principali zone grigie della Cardiologia e, attraverso un confronto tra esperti, di trarre delle conclusioni condivise che possano illuminare la nostra pratica clinica. Il presente manoscritto contiene gli atti del simposio riguardante le incertezze sui fattori di rischio cardiovascolare. Il manoscritto ricalca l’impostazione del convegno, con una iniziale revisione delle attuali linee guida inerenti l’argomento seguita dalla presentazione, da parte di esperti, delle argomentazioni a favore (White) o contro (Black) relativamente a quelli che sono stati individuati come i principali “gaps in evidence” sull’argomento. Per ogni punto è successivamente riportato il “verdetto” derivante dalla votazione degli esperti e del pubblico, un commento riassuntivo ed infine gli Highlights, che costituiscono dei pratici “take home messages” da utilizzare nella pratica clinica quotidiana. Il primo “gap in evidence” di cui si discute è l’indicazione alla terapia con inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i) per tutti i pazienti diabetici ad elevato rischio cardiovascolare. Il secondo esamina la possibilità di utilizzare gli SGLT2i in tutti i pazienti con insufficienza renale, indipendentemente dall’albuminuria. L’ultimo “gap in evidence” riguarda il possibile utilizzo degli agonisti del recettore del glucagon-like peptide-1 come arma contro l’obesità.