Sostanze d’abuso e rischio cardiovascolare: i cannabinoidi
Sostanze d’abuso e rischio cardiovascolare: i cannabinoidi
Maurizio G. Abrignani, Francesco Ciccirillo, Pier Luigi Temporelli, Arturo Cesaro, Giulio Binaghi, Alessandro Maloberti, Chiara Cappelletto, Fabrizio Oliva, Carmine Riccio, Pasquale Caldarola, Domenico Gabrielli, Furio Colivicchi, a nome dell’Area Cronicità Cardiologica ANMCO
RIASSUNTO: La progressiva legalizzazione a scopo medico o ricreativo ha portato ad un aumento dell’uso di cannabis e cannabinoidi sintetici negli ultimi anni. La maggior parte dei consumatori sono giovani e sani, senza fattori di rischio cardiovascolare; tuttavia, questa popolazione include anche individui più anziani e/cardiopatici. Pertanto, vi sono preoccupazioni in merito alla sicurezza e ai potenziali effetti avversi a breve e lungo termine, in particolare nei gruppi più vulnerabili. Diversi studi dimostrano che la cannabis potrebbe essere collegata a trombosi, infiammazione e aterosclerosi, e molti rapporti hanno associato l’uso di cannabis e cannabinoidi sintetici a gravi complicanze cardiovascolari, tra cui infarto miocardico, cardiomiopatia, aritmie, ictus e arresto cardiaco. Un ruolo causale chiaramente definito non può però essere chiaramente dimostrato, a causa di variabili confondenti. I medici devono diventare consapevoli del possibile spettro delle presentazioni cliniche, non solo per una diagnosi e un trattamento tempestivi, ma anche per un counseling e una prevenzione efficaci. In questa rassegna miriamo a favorire una comprensione di base degli effetti fisiologici della cannabis, del ruolo del sistema endocannabinoide nelle malattie cardiovascolari e delle conseguenze cardiovascolari della cannabis e dell’uso di cannabinoidi sintetici, con una revisione completa degli studi e dei casi clinici a sostegno del ruolo della cannabis come fattore scatenante di eventi cardiovascolari avversi.